L’editing è un lavoro invisibile e quando leggiamo un romanzo non possiamo sapere quanta influenza abbia avuto sulla versione originale. Così la bravura di un editor resta quasi sempre un segreto tra lui, lo scrittore e un paio di computer.
Con l’articolo dedicato a Nothing in the Face of Heaven ho cercato di raccontare un tassello del lavoro editoriale che precede la pubblicazione, quello che accade quando un editor aiuta un autore a migliorare la propria opera. Oggi, invece, voglio spiegarti come procedo quando edito un manoscritto.
Lettura preliminare
Prima di cominciare a colorare e scrivere sul file Word, leggo velocemente il testo – e con più attenzione i primi capitoli – e la sinossi. Mi faccio un’idea del libro, dei personaggi e della scrittura, poi riempio alcune pagine di appunti su un un quadernetto blu: errori ricorrenti, punti deboli della narrazione, dubbi sulla struttura della storia ecc. Dopo questa lettura preliminare, riassumo quello che avevo scritto all’autore e si comincia a lavorare sul serio.
Formattazione
Non edito un testo non formattato, quindi se non è diviso in paragrafi, non ha le rientranze, non ci sono caporali o virgolette inglesi, non è giustificato e magari è scritto in Comic Sans 14. Sono severa ma giusta: all’inizio, se un autore non formatta già le sue opere secondo un proprio metodo, fornisco il mio (insieme alle norme redazionali minime in PDF) e spiego come sistemarlo per una lettura chiara e scorrevole. In questo modo sarà molto più semplice editare e valutare l’andamento della narrazione.
Color code
Per evitare di pasticciare il testo con annotazioni che disturberebbero la lettura, evidenzio con colori diversi ripetizioni, errori e frasi da riscrivere.
Giallo: ripetizioni;
Verde: periodi o espressioni da riscrivere perché la forma può essere migliorata / frasi fatte / similitudini che non funzionano tipo “il cielo era nero come l’inchiostro”;
Rosso (meno frequente): errori di grammatica;
Azzurro (o a piacere): le parti riscritte dall’autore dopo i miei suggerimenti.
Per tutto il resto, ci sono le note a destra, che uso per scrivere commenti, suggerimenti, spiegazioni e per chiedere delucidazioni su passaggi poco chiari. Il risultato è un file Word coloratissimo, ma ancora perfettamente leggibile.
Primo esempio
Secondo esempio
Non uso, invece, la modalità revisione di Word perché non mi è molto simpatica e lascia tracce più o meno visibili del lavoro svolto, spesso piuttosto difficili da scovare ed eliminare per preparare il file definitivo (per esempio se un autore vuole auto-pubblicarsi).
Perché non riscrivo
L’ho specificato anche nella pagina Editing: non scrivo al posto degli altri. Un autore che sceglie di lavorare con me sa che dovrà impegnarsi per migliorare e scrivere meglio, perché la sottoscritta non farà il lavoro al posto suo solo per risparmiare tempo e pazienza. Le uniche cose che correggo direttamente sul testo, senza segnalarle con colori o note a lato, sono eventuali errori di grammatica, refusi e punteggiatura.
Le revisioni
Il numero di revisioni varia in base a testo (quante correzioni richiede / quanto è migliorabile), autore (quanto bravo è a riscrivere) e tipo di editing. In media, però, le revisioni vanno da tre a dieci. L’editing che ne conta di più è quello affiancato, dato che editor e scrittore correggono un capitolo finché non si arriva a un livello che soddisfa entrambi, ma anche quello profondo (che è un editing frontale) richiede parecchio lavoro. A ogni revisione mi occupo sia di line che di content editing, quindi il lavoro sulla forma linguistica e quello sul contenuto vengono svolti in parallelo.
Ora che il segreto del mio processo di editing è stato svelato, resta da approfondire il rapporto tra editor e scrittore. Ma questa è un’altra storia e la dovrò raccontare nel prossimo articolo. Invece, se vuoi leggere altro sull’editing e su come lavoro a un manoscritto, c’è la mia intervista tecnica per Penna Blu.
davvero un articolo interessantissimo, avevo già letto che volevi scriverlo ed ero estremamente curiosa. Grazie.
Grazie a te, Federica!
Non solo è un articolo interessante, oserei dire emozionante. Ti fa venire voglia di scrivere (sono un procinto di pubblicare il mio primo romanzo) e di impegnarti ancora di più.
Grazie per il commento, Federica, davvero delle bellissime parole 🙂 Sono contenta che ti sia piaciuto e ti auguro il meglio per la tua prima uscita.