“Reading was my escape and my comfort, my consolation, my stimulant of choice: reading for the pure pleasure of it, for the beautiful stillness that surrounds you when you hear an author’s words reverberating in your head.”
Paul Auster, The Brooklyn Follies
L’altra sera, mentre preparavo una tisana per conciliare il sonno, ho pensato: sono brava a fare libri. Così, dal nulla, davanti all’acqua che bolliva dentro un pentolino vecchissimo e rovinato. Un “forse” ha fatto capolino da sinistra, ma è stato subito soppresso.
L’ho pensato ora, mentre attraverso un periodo non facilissimo e non felicissimo, nel quale però i libri a cui lavoro continuano a darmi le soddisfazioni di cui ho bisogno. I libri, come gli animali, non tradiscono.
Farli, però, richiede molto tempo, pazienza e dedizione (e una cura e una attenzione per il dettaglio che soltanto chi soffre di una qualche forma di OCD possiede), perché trasformare una bozza nel cartaceo che si trova sugli scaffali o nel file digitale che si scarica da Amazon non è affatto semplice. È un lungo, tortuoso e complesso processo che comprende: editing, correzione, norme redazionali, impaginazione, grafica di copertina, paratesti, al minimo, se non consideriamo la promozione successiva (sito web, grafiche, gestione social, advertising, ufficio stampa e altre amenità).
Vuoi mettere, però, la soddisfazione di stringere tra le mani una copia di un libro che hai contribuito a far nascere? A maggior ragione se la gestazione ha superato quella di un elefante, come nel caso di Vietato Leggere all’Inferno, scritto da Roberto Gerilli, già autore di Questo non è un romanzo fantasy.
Lo pubblica Speechless, una realtà editoriale che esiste dal 2012: prima una rivista, poi un romanzo, qualche racconto e antologia, e alla fine, come ciliegina sulla torta di panna, un libro che racconta una distopia nella quale i libri stessi sono una droga, come l’eroina, con effetti devastanti sulla vita e le relazioni sociali.
Il protagonista è Amleto Orciani, un libromane come me e te, magari più sfigato e meno bello, ma ancora passabile. Attraverso i suoi pensieri – spesso politicamente scorretti, volgari e dissacranti – scopriamo la sua Italia, le leggi promosse dall’Anti-literature Movement che lo costringono a leggere a casa, o chiuso nel cesso dei locali, a sopportare una riabilitazione forzata (senza lieto fine) e a escogitare modi creativi per mimetizzarsi tra le persone “normali”.
Questo prima che arrivasse Eleonora, una ragazza di cui anche l’editoria vera avrebbe bisogno: intelligente (anche se dimentica qualche citazione e Amleto si sente in dovere di correggerla), coraggiosa (per pubblicare libri bisogna avere lo stomaco rivestito di pelo lunghissimo) e determinata (a cambiare il mondo come lo ha conosciuto, sì).
C’è che Vietato Leggere all’Inferno è figo. Inutile girarci attorno. È figo, e va letto, anche se poi non ti piace, “non rientra nelle mie preferenze”, “sì, però Gerilli non è che scriva da Dio”.
C’è che parla di libri, di editoria, di quello che funziona e quello che no, raccontando una storia, e altre storie dentro quella.
C’è che è meglio di una giornata a Gardaland, e se ti fa schifo Gardaland hai problemi e dovresti disiscriverti da questa newsletter.
C’è che l’ho scoperto io, l’ho editato io, l’ho corretto quelle due o tremila volte (e non scherzo) nel corso degli ultimi mille giorni (per difetto) e gli ho voluto bene e l’ho odiato nella stessa misura.
C’è che mi sono anche divertita.
C’è che farlo nascere ha richiesto l’esperienza di una ostetrica allieva di Socrate.
C’è che racchiude le speranze di Eleonora e Amleto per un’editoria migliore, ma anche un po’ le nostre (cioè mie, delle mie personalità e del team che mi ha accompagnata – puoi leggere chi nel colophon, ovviamente).
C’è che è gratis. C’è che lo puoi scaricare da qualsiasi store online e leggerlo sapendo che non ci saranno gravi ripercussioni sulla tua vita. A parte la trascurabile possibilità di cambiare idea su qualche argomento.
C’è che penso di essere brava a fare libri, e Vietato Leggere all’Inferno potrebbe confermare o smentire questa affermazione. Vedi tu se vuoi scoprirlo o meno.
www.vietatoleggere.it è il sito ufficiale.