Se uno scrittore viene contattato da altri autori che cercano di carpire il segreto del suo successo e qualche contatto utile, anche un editor deve aspettarsi di essere avvicinato da persone interessate a svolgere il suo stesso lavoro. In quale modo spiegare, però, come si diventa editor?
Non esiste un percorso privilegiato per diventare editor, che sia di casa editrice o freelance. Così ogni professionista ha una storia diversa da raccontare, e la mia non è certo tra le più interessanti, dato che ho cominciato come blogger con Diario di Pensieri Persi. Tuttavia, nel corso degli ultimi sei anni, ho imparato qualcosa che potrebbe servire a chi vuole fare questo mestiere ma non sa ancora da dove cominciare.
Le basi
No, non basta essere un grammar-nazi, come ti piace definirti, perché l’editing non è sinonimo di correzione di bozze, quindi se sei molto portato per “la caccia all’errore/refuso” forse dovresti diventare un correttore, figura professionale che si sta estinguendo ma di cui gli editori hanno un disperato bisogno nell’ultimo periodo. Ciò nonostante un editor deve conoscere bene la grammatica italiana, e se necessario segnala in un manoscritto errori di punteggiatura, ortografia, sintassi. Sapere tutte le figure retoriche è un requisito preferenziale.
Che corso hai fatto?
Nessuno, e al momento non saprei indicare corsi seri o professionalizzanti. L’editing non è una “scienza esatta”: ogni editor costituisce un universo separato, perché ha sensibilità, metodo e visione propri che influiscono sul lavoro, sul modo in cui corregge e guida l’autore nel miglioramento della storia. Ogni libro, insomma, diventa un caso particolare che a seconda di persone e circostanze avrebbe potuto essere diverso da come è.
Edita
Il miglior consiglio, mentre ci troviamo intrappolati all’interno di questa filosofica aporia del cominciamento, è: edita, semplicemente, perché l’editing è un mestiere pratico e nessuno ti potrà mai insegnare la sensibilità e l’intuito che acquisirai dall’esperienza. Non c’è una scorciatoia o una via meno impervia, se vuoi diventare editor devi correggere libri, sbagliando e imparando in prima persona.
Leggere manuali e ascoltare i consigli di professionisti più esperti ti sarà utile, eppure non diventerai mai bravo – perché questo è l’obiettivo – se non lavori per conto tuo, partendo, suggerisco, dai manoscritti delle persone con cui sei più in confidenza. In questo caso sentiti autorizzato a sfruttare senza reticenza alcuna le tue amicizie letterarie. E, se ancora non ti senti pronto (l’editing è una grossa responsabilità), puoi cominciare come beta reader: sono certa che le cavie non mancheranno.
Crea un tuo metodo
Dopo le prime esperienze, è importante consolidare un proprio metodo, sia perché facilita e velocizza il lavoro, sia perché, se deciderai che la vita da lavoratore autonomo è più eccitante, incontrerai molti scrittori che hanno bisogno di una guida. Sì, spesso non sanno nemmeno come formattare gradevolmente un file di Word, quindi avere le proprie norme redazionali è imperativo, soprattutto per i perfezionisti.
Non isolarti
Un editor non è di certo la persona più socievole del mondo, se ha scelto di lavorare con i libri, tuttavia meglio non diventare eremiti zen. In primo luogo devi conoscere il mondo editoriale, come funziona e da quali ingranaggi è composto, nonché tutte le oscure implicazioni del caso, quindi segui le case editrici sui social network, così come blog e siti di settore per le ultime novità, anche dall’estero. Inoltre non farti dominare dalla competizione e dialoga e collabora con altri redattori: guadagnerai più di quello che credi di aver perso e non mancheranno i pettegolezzi del mercoledì pomeriggio.
Specializzati
È buona regola conoscere il genere del libro su cui si andrà a mettere la penna; regola che, devo confessare, viene talvolta ignorata anche nell’editoria tradizionale e le nefaste conseguenze si sono notate con il fantastico, per esempio. Se ti interessa un genere, leggi moltissimo, per conoscere regole e cliché, e specializzati. Tuttavia non lavorare per compartimenti stagni, perché spesso le contaminazioni possono rappresentare le soluzioni migliori per una storia. Quindi leggi molto e basta.
Approfondisci
Quando si edita un libro non si corregge solo la forma ma anche il contenuto. Per un editor è fondamentale, quindi, ampliare per quanto possibile la capienza del proprio bagaglio culturale, e non solo letterario, per poi riempirlo con il necessario lasciando da parte il superfluo, come saggiamente ci insegna Sherlock Holmes. E là dove il nostro intelletto non riesce a spingersi, meglio farsi consigliare da altri professionisti.
Solo di recente mi è capitato di dover dar fondo alle mie conoscenze di cultura coreana e di approfondire, invece, quelle relative alla storia medievale inglese, per poter parlare con cognizione dello scontro tra sassoni e britanni nel V secolo d.C. Fare l’editor ti “costringe” a una formazione continua, e questo è parte del motivo per cui affermo, senza possibilità di essere smentita, che si impara sempre qualcosa dal lavoro che si sta correggendo. Impossibile che un manoscritto e uno scrittore lascino totalmente indifferenti.
Infine…
Se dopo questo eptalogo hai ancora intenzione di intraprendere la strada dell’editing, sempre lastricata di nobili intenzioni, allora buona fortuna. Il tuo meraviglioso viaggio attraverso la letteratura inedita d’Italia è appena cominciato, e tutto grazie allo schermo di un computer.
Ciao! Articolo molto interessante; sono editor in erba e mi sto guardando in giro per vedere come lavorano quelli “più anziani” di me dal punto di vista dell’esperienza. Il tuo blog mi piace molto e dà veramente molti spunti sia agli scrittori, sia ad aspiranti editor come me e molti altri.
Ciao Emanuela,
sono contenta che il blog ti piaccia e sia utile.
Se hai qualche argomento in particolare che vorresti che io approfondissi, fammelo sapere 😉
Ciao,
il tuo articolo mi piace, come del resto quello su pennablu che ho letto poc’anzi.
Sono uno scrittore da venticinque anni, ho sempre guardato all’introspezione nella scrittura, come secondo lavoro, senza saperlo, facevo l’editor; più spinto da amici e conoscenti che mi proponevano i loro scritti da rivedere che altro, con la scusa di:
Eh! Ma sei uno scrittore!
Allora per poco più di una trentina di euro, molte volte anche meno, per me era un divertimento, correggevo e consigliavo, poi passava da un editor professionista che non faceva nemmeno tante storie a quanto ne so.
Di punto in bianco, disoccupato, con una famiglia sulle spalle, un giorno mi è stato detto perché non fai della tua passione un lavoro? Ho deciso così di crearmi un blog, fare l’editor e la correzione bozze oltre che il writer coach e non so se definirmi freelance ma credo di sì. Vorrei capire molte cose e il tuo metodo di lavoro è molto simile al mio volevo chiederti semplicemente se potevo contattarti per consigli o informazioni varie.
Al momento ti ringrazio dei consigli.
Ciao Emiliano,
grazie per aver commentato e aver parlato della tua esperienza. Certo che puoi scrivermi, mi farebbe molto piacere.
La mia e-mail è: hello@alessandrazengo.com
A presto,
Alessandra
Lo vorrei condividere sul mio profilo FB.
Ciao Alessandra, ho scoperto solo adesso il tuo sito (mi chiedo come sia possibile, dannazione!) e ci sto navigando dentro con foga avventuriera 🙂
Sto trovando ispirazioni, consigli, spunti, ironia e altre cose che potrebbero aiutare il mio status di editor debuttante (ho aperto un sito di servizi di editing e stesura di testi un mese fa e sto cercando di capire come promuovermi e farmi conoscere senza spendere una fortuna).
Non mi aspetto che diventi un lavoro vero e proprio, ma la passione verso le parole e la buona scrittura mi suggeriscono di provarci, di farne un’ostinazione.
Vorrei farti mille domande ma non so se l’area commenti sia la sede adatta 😉
Intanto continuo a leggere i tuoi articoli che mi fanno sentire meno spaesata e più fiduciosa.
Grazie,
Margherita
Ciao Margherita,
sono contenta che il sito ti piaccia e sia utile 🙂
Perché dici che non ti aspetti che diventi un lavoro? La mia risposta è questa: https://youtu.be/rdkecMOT1ko
Non c’è davvero nulla che te lo impedisca. Fare l’editor freelance (che guadagna bene e sopravvive) non è la cosa più semplice del mondo, e probabilmente si farebbe prima con un business handmade, ma con pazienza e costanza ci si arriva (e ovviamente bisogna essere bravi!).
Se vuoi farmi qualche domanda, c’è la pagina Facebook (rispondo sempre ai commenti) oppure l’e-mail. 🙂
mi suggerisce* (visto che di editing si parla ;))
ahahahahah risposta fantastica! Grazie, sarà il mio mantra 😀
Sto visitando proprio adesso la tua pagina Facebook e ho intenzione di spulciarla per bene, post dopo post; ci sono tantissimi contenuti interessanti e libri da appuntarsi. Mi segno anche la tua mail (che leggo nel commento sopra).
Sei stata gentilissima, grazie!
Figurati! Non so che e-mail esce dall’account WordPress (grazie Gravatar), ma nel caso mi ripeto: hello@alessandrazengo.com.
Salve. Le pongo una domanda che non ha volutamente trattato nel suo articolo. Ma per candidarsi a lavorare anche come “apprendista editor” in una casa editrice, oltre alle doti e alle competenze che lei tratta nell’articolo, servirà pure qualche attestato nella maggior parte dei casi o no? (Escluso il caso di chi riesce a inserirsi grazie a conoscenze personali, che io non ho nel settore). Se sì, quale attestato consiglierebbe di prendere a tal fine? Immagino un master… mi chiedo però se c’è una soluzione più economica.
Dipende molto dal percorso. Non esiste una “scuola per editor” e ogni editor, infatti, ha una storia personale molto differente. C’è chi esce da un corso come quello di Oblique, da un Master in Editoria, da una laurea umanistica, oppure ha collaborato prima con realtà editoriali del territorio ecc.
Alcuni scelgono il Master per imparare, sì, se non hanno conoscenze pregresse sull’editoria, altri come “via più breve” per entrare in contatto con case editrici grandi, presso le quali si possono fare stage curricolari (spesso non pagati, però).
In alternativa, si comincia come lettori esterni (poco pagati) per poi “salire”, diventando editor, redattori, traduttori o quant’altro.
Il problema, comunque, è che quasi tutte le case editrici tendono a esternalizzare il lavoro. Cercano quindi persone già formate, che siano in grado di svolgere un determinato lavoro e abbiano, ovviamente, una Partita Iva.
Grazie per la spiegazione davvero esauriente!
Buongiorno, mi piacerebbe entrare nel mondo di un editor e vorrei avere informazioni dettagliate per… cominciare a fare e smettere di sognare.
Non so neanche se qualcuno mi leggerà, se si, ringrazio fin da ora.
Nina Sala