Ogni giorno uno scrittore si alza e si chiede perché le case editrici non rispondono accogliendo la richiesta di pubblicazione della sua ultima “fatica letteraria”. E ogni giorno, parimenti, un consulente, un redattore o un editor si alzano sapendo che dovranno leggere una o più di queste proposte / fatiche.
I motivi di questi silenzi prolungati sono diversi, e non tutti onorevoli. Spesso, però, sono gli autori che sbagliano nell’approcciare le case editrici. Chi sarebbe felice di scrivere un’e-mail di risposta a qualcuno che non ha speso nemmeno dieci minuti del proprio tempo per preparare una proposta degna di questo nome?
Perché un editore non ti risponde [forse]
Lista di domande per raggiungere l’autocoscienza autoriale.
✓ Il mio libro rientra nei generi trattati dalla casa editrice? In quale collana potrebbe essere collocato?
La collocazione editoriale viene sottovalutata e di conseguenza gli scrittori mandano indiscriminatamente il proprio manoscritto agli editori senza leggere il sito web e controllare che trattino almeno quel determinato genere letterario. Invece, soprattutto nel caso di case editrici indipendenti, l’appartenenza alla collana è fondamentale, dato che sull’articolazione delle collane si fonda l’identità del marchio.
✓ Ho seguito le istruzioni riportate nel sito?
Tutti i consigli del mondo sono inutili se non segui le istruzioni indicate nel sito della casa editrice. Se le submissions sono aperte, significa che sono interessati e leggono i libri che vengono inviati.
Usa qualche minuto per leggere come preferiscono ricevere il materiale e agisci di conseguenza. Se chiedono la stampa, a meno che non sia un editore che ti piace molto, evita perché è uno spreco di tempo, risorse e innocente cellulosa. Il digitale serve a qualcosa, no?
✓ Come ho scritto l’e-mail di presentazione?
Il testo di un’e-mail dice moltissimo sul mittente. Per evitare di essere cestinato subito, rileggila bene, evita errori di grammatica, come concordanze, consecutio temporum e congiuntivi. Che almeno quelle cinque righe siano corrette e prive di refusi. Inoltre, non essere troppo prolisso, troppo formale o colloquiale e ricorda di rivolgerti a una casa editrice specifica, i saluti generici sono banditi. Se ti senti generoso e ispirato, aggiungi il motivo per cui hai scelto quella realtà editoriale, perché ti piace e perché il tuo romanzo sarebbe perfetto per loro. Non strafare con gli auto-elogi.
✓ Come sono la sinossi e la presentazione del libro?
Passata la prova dell’e-mail, arriva quella della presentazione del libro e della sinossi. Prima di parlare della trama, quindi, scrivi qualche riga per raccontare il tuo lavoro: il genere letterario, l’ambientazione, i protagonisti e la storia. Vinci se riesci a stare entro le cinque righe.
A seguire, la temutissima sinossi, che non è sinonimo di quarta di copertina: non è un testo promozionale, non deve raccontare solo l’inizio del libro ma tutto l’intreccio. Niente frasi a effetto finali, niente claim, niente domande per invogliare la lettura. Se non richiedono una sinossi dettagliatissima, una pagina e mezza è sufficiente.
✓ Come ho preparato i documenti da allegare?
Non smetterò mai di sostenere l’importanza della formattazione del testo per migliorare la leggibilità. Anche se hai scritto un capolavoro, viene difficile notarlo se hai scritto in Comic Sans, giallo su bianco.
Evita di mandare un documento Word non formattato, senza una corretta divisione in paragrafi, gli spazi dopo la punteggiatura, un font leggibile ecc. Come già scritto nell’articolo La verità, vi prego, sugli agenti letterari, consiglio: Times New Roman / Garamond 12, Interlinea Singola, Rientranza paragrafi 0,70 / 1,00 cm, Giustificato.
Alla fine, dopo la sinossi, aggiungi una breve biografia: ha senso, però, elencare tutte le tue pubblicazioni se sono state fatte con editori sconosciuti e nemmeno di qualità? E tutte le antologie e i premi a cui hai partecipato? Soprattutto se stai scrivendo a editori medio-grandi, forse no, quindi fai una scelta. E non dimenticare i tuoi dati: nome, cognome, indirizzo, e-mail e numero di telefono.
✓ E la qualità?
Se sei fortunato, le azioni finora compiute porteranno alla lettura del manoscritto da parte di un dipendente della casa editrice. No, un ufficio “lettura manoscritti inediti” non esiste, per fortuna, altrimenti la sindrome da burnout raggiungerebbe nuove, fantastiche vette.
Capisco che sia difficile, ma cerca di fare una seria autocritica sulla qualità di quello che hai prodotto. Puoi fare meglio? Non limitarti a valutare la correttezza formale del testo, perché quella rappresenta soltanto le fondamenta di un buon libro. Vorresti pubblicare con Mondadori, ma sei abbastanza bravo? Elencare tutte le pubblicazioni di pessima qualità dei grandi editori non ti servirà a migliorare e nemmeno a farti pubblicare.
✓ Il testo rientra nei trend del momento?
Le case editrici, soprattutto quelle appartenenti a gruppi editoriali (a parte qualche eccezione, come Guanda), non sono ONLUS e non fanno beneficenza, perciò non deve stupire che pensino al fatturato annuo. Tutti i giorni vengono scartati romanzi belli, ma non tutti i romanzi scartati sono belli e degni di essere pubblicati. A essere buoni, la maggior parte dovrebbe soltanto rimanere chiusa a chiave nel cassetto di chi li ha scritti.
Se il tuo obiettivo è una casa editrice che distribuisca persino nei supermercati di quartiere, chiediti se il tuo romanzo rientra nei trend del momento e qual è il suo potenziale commerciale. Purtroppo potrebbe accadere che un editore preferisca un libro simile al tuo ma di un autore straniero, da presentare già come caso editoriale contesissimo alla Fiera Internazionale dei Bestseller.
Agli scrittori già editi non va meglio: collezionano rifiuti come gli esordienti perché il reparto commerciale non ha molto apprezzato il genere, il tipo di romanzo, la storia, “il pubblico che ha già letto questo autore potrebbe non essere interessato”, ecc. Aver uno, due o tre libri editi non garantisce la pubblicazione all’infinito, anche se sei bravo, hai vendicchiato e superato la soglia del pareggio.
Cose da non fare quando contatti una casa editrice
— Aggiungere sei allegati all’e-mail;
— Formattare in modo strano l’e-mail (no colori, no grassetti, no rientri, no font diversi da quelli predefiniti);
— Rinominare i file “sinossi definitivissima” o “file complessivo”;
— Cominciare con “Buongiorno,sono ad inviarvi” (proprio così, grammatica e spazi compresi);
— Non scrivere l’oggetto;
— Scrivere IMPORTANTE nell’oggetto;
— Scrivere “Progetto Fantastico” nell’oggetto anche se il romanzo non è di genere fantastico;
— Non scrivere due righe, ma inviare solo gli allegati;
— Inviare solo gli allegati e come testo “Inviato da iPad”;
— Scrivere solo: “in attesa di un vostro riscontro porgo cordiali saluti” (proprio così, grammatica, spazi e assenza di maiuscole compresi);
— Mandare già prefazioni o copertine realizzate con Paint;
— Sollecitare dopo quindici giorni l’editore;
— Scrivere a millemila editori in CC (se proprio devi farlo, esiste la copia nascosta);
— Cominciare il messaggio così: “sono Martina, vivo in Molise col corpo e viaggio con la mente (e non solo)”;
— Oppure: “Mi chiamo Luciano Ferrari, nato a Monfalcone giorno di ferragosto dell’ano 1990”;
— Oppure: “Gentile redazione, Vi trasmetto il mio manoscritto e una scheda di presentazione con sinossi”;
— Oppure: “Carissimo Editore, tra tutti i mappazzi che ti arrivano questo senz’altro puoi leggerlo” (se vuoi fare il simpatico, specifica almeno a quale editore ti stai rivolgendo);
— Aggiungere informazioni non richieste: “Sono personalmente convinto nell’attività di promozione, sia da parte dell’editore sia da parte dell’autore, a livello territoriale con eventi e presentazioni. Così come è naturalmente importante partecipare anche a fiere e saloni. Ho un blog personale e un profilo su Facebook tramite il quale farei molta promozione”;
— Indirizzare la proposta a un Gentilissimo Responsabile dell’Ufficio Editoriale che non esiste;
— Inviare più e-mail perché mancano gli allegati;
— Essere negativi e svalutarsi;
— Lasciarsi andare a digressioni sulla passione per la scrittura, la lettura e i gatti (sii personale, ma ricorda che non stai parlando a un amico o al tuo psicologo);
— Mandare la proposta da un’e-mail come humanthrash@hotmail.it o kikka89@gmail.com;
— Mandare la proposta dall’e-mail professionale (studio dentistico, studio legale, onoranze funebri…).
Alternative per farsi notare nel 2016
Per farsi notare niente sit-in davanti alla redazione del vostro editore del cuore. Le alternative all’invio di manoscritti e alle lunghe attese sono due, escluse le vie tradizionali di riviste e premi letterari: community di scrittura online, come 20lines (recentemente acquistato da Harper Collins Italia), Penne Matte e Wattpad, le evoluzioni social di AO3, Fanfiction.net e EFP, oppure il self-publishing, dato che gli editori non considerano più un problema ripubblicare un romanzo che ha già visto la luce online o offline.
Lo testimonia il recentissimo interesse di Fanucci per le fanwriter adolescenti che scrivono storie sugli One Direction (My dilemma is you e Mess) o quello della Newton Compton per le self-publisher di erotici e romance.
Se ti interessa e vuoi approfondire, ho parlato di Wattpad e dell’esordio di Cristina Chiperi nella terza newsletter di Diario di Pensieri Persi.
Un elenco quasi infinito di cosa da non fare, che fa girare la testa. Quanti errori che si possono commettere.
Avevo letto in un altro blog un articolo su quel “fenomeno” di My dilemma is you. Lo si può ancora trovare su wattpad e… beh, dimostra tutta l’età della sua autrice e non è da intendere come un complimento. Il problema grave è che ha avuto successo solo perché associato ai 1D, un fenomeno che ha fatto tantissimi danni a queste giovani generazioni. Nel medesimo periodo sui siti di fanfiction citati da te c’era un’invasione di storie sui 1D e tutte, chi più chi meno, mostravano la preoccupante tendenza delle giovanissime a desiderare rapporti violenti e malati.
Sì, gli errori che si possono commettere sono moltissimi, ma in generale basta evitare quelli più madornali come gli indirizzi visibili, e-mail comulative ecc.
Invece, per quanto riguarda My dilemma is you (o Over di Rizzoli), posso dire che non mi piace vedere un editore sfruttare le storie di una minorenne. Alcuni testi nascono per rimanere nel proprio computer, o al massimo nei siti di fan-fiction.
Questi che hai elencato, sono i motivi per cui un amante della scrittura, secondo il mio punto di vista e la mia personale esperienza, dopo averci sbattuto duramente il muso, lasci perdere il lato pubblicazione del manoscritto con le case editrici. Se ha ancora voglia di darsi da fare, dopo qualche altro dente rotto, si potrà gettare nel marasma del self-publishing con la speranza che lì almeno qualcuno lo legga. Posso dire con certezza, che è meno faticoso scrivere un romanzo di 200 pagine che cercare di farsi pubblicare da un editore, sarà perché non riesco a vedere il libro come un mero prodotto commerciale, sarà che non riesco a pensare in maniera commerciale e scrivere solo ciò che la gente vuole leggere. Il punto è che tutti vogliono diventare lo scrittore famoso senza però aver nulla da dire ne da scrivere, tutti a rincorrere la moda del momento… e il talento dello scrivere? Forse è per questo motivo che siamo sommersi da letteratura spazzatura in maniera dilagante, perché anche la letteratura è diventata semplice marketing da mercato di piazza. Grazie per l’articolo fa riflettere.
Le esperienze con gli editori sono sempre molto diverse. C’è chi ha fortuna e riesce subito (e quindi ha spesso una visione positiva dell’editoria), e molti altri che non riescono a farsi pubblicare da una casa editrice decente nemmeno dopo molti anni. Il self-publishing può quindi diventare un ripiego, ma non è detto che debba essere fatto male per questo 😉
Grazie a te per la lettura!
Oddio… se avessi mai inviato qualcosa a un editore avrei usato proprio la forma “Gentile redazione, Vi trasmetto il mio manoscritto e una scheda di presentazione con sinossi”. Argh!
E pensa se avessero risposto! 😉
Capisco l’umorismo, ma sono in disaccordo su molte cose.
Se gli editor non rispondono o non leggono una proposta editoriale solo perché una e-mail non è strutturata secondo il loro gusti o perché inviata con l’e-mail professionale sono loro ad avere un problema. Anzi, più di uno!
Ma, com’è ovvio, potrei sbagliarmi…
Il problema non è la “struttura” dell’e-mail di contatto ma la forma. Ho letto e ricevuto centinaia e centinaia di e-mail da aspiranti scrittori e non è una cosa così scontata, che siano scritte almeno in italiano corretto intendo. Se uno mi scrive malissimo già queste poche righe, cosa devo aspettarmi dalla sinossi e dal testo? I fattori sono comunque tantissimi. È chiaro, poi, che certe presentazioni funzionano meglio di altre 😉
La Mondadori pubblica anche un sac de monnèssa, non dimentichiamocelo. Come esempio di letteratura un po’ più di qualità avrei indicato Adelphi o Sellerio. Einaudi, al massimo.
Concordo con la necessità di un italiano corretto nel testo dell’email, meno con l’astuzia nello scrivere una presentazione o una proposta. In fin dei conti ciò che si valuta è l’abilità dello scrittore nel raccontare storie non la scaltrezza nel presentarsi. Scartare un’opera in base all’email mi sembra esagerato. Potrebbe essere una regola nel caso di una proposta da parte di agenti di commercio ma solo per loro. Comunque, visto che questo si richiede seguirò queste regole. Non avrebbe senso rigettarle a priori. Quindi, grazie per le preziose dritte.
Sono d’accordo che non si valuta la qualità di una presentazione, ma è soprattutto quella che desta o meno l’interesse dell’editor. Se la presentazione è buona e stuzzica la curiosità, l’editor è più ben disposto alla lettura del resto 😉
Si scarta una proposta dall’e-mail solo quando la suddetta e-mail mostra una carenza nell’italiano troppo evidente per essere ignorata. Se uno scrittore non riesce a scrivere un messaggio senza errori, dubito che possa farcela con un romanzo intero.
Salve, ho scritto un libro e l’ho inviato ad una casa editrice, mi ha risposto che lo aveva registrato e lo stava valutando attraverso l’editor.
È una cosa positiva o lo inviano a tutti questo tipo di messaggio?
Dipende dalla casa editrice. Potrebbe essere una risposta standard, come no, ma almeno ti hanno avvisato che lo stanno leggendo, e mi sembra una buona cosa 🙂
In epoca odierna quasi nessun editore legge le opere che gli arrivano, forse nemmeno quelli a pagamento. La triste realtà dell’editoria Italiana è che è più semplice pubblicare il libro di qualcuno già noto piuttosto che provare a lanciare un signor nessuno magari perché l’editore credeva in quello sconosciuto dopo aver letto le sue righe. Lettere di presentazione o meno, mado riverenziale o no, formale o non formale, sono solo idiozie, magnifiche illusioni di chi ancora crede di potercela fare da solo. Siamo sempre in Italia dopotutto e se non hai un minimo di pubblico pre-stesura, non hai un aggancio che faccia scavalcare la fila, non hai un agente che si sbatte per te (come è giusto che sia visto che hai già scritto il libro e non puoi fare il lavoro di 10 persone da solo); non vai da nessuna parte.