“Quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio, e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli.”
John Fante, Chiedi alla polvere
Ogni cosa che scrivo non è come la scrivo la prima volta. Sono un microgestore, direbbe Zadie Smith, e vivo nel “presente della scrittura”, ovvero ogni parola deve suonare giusta e necessaria quando la digito sulla tastiera. Non mi capita spesso di dover stravolgere un pezzo: se tolgo un mattoncino, crolla tutto l’edificio, e devo ricominciare daccapo.
Questa abitudine non mi dispensa dall’aver bisogno di un paio d’occhi in più che mi controllino. E nonostante non sia usuale, nella scrittura per il web, avere un editor (persino i giornali ne fanno a meno, e si vede), nel mio piccolo ho scelto di essere rivoluzionaria.
E quindi, caro lettore, ecco la rivelazione: tutto ciò che leggi di Alessandra Zengo è filtrato da un’altra persona, che poco amorevolmente ma molto attentamente mi corregge sempre. È Cristiana, che alle volte ti ho nominato, lamentandomene, forse, e con cui condivido la relazione complicata con l’editoria e la filosofia.
Cristiana è la mia rete di salvataggio, la mia guardia del corpo, il mio giubbotto anti-proiettile: evita di farmi fare figure di merda online e mi aiuta a produrre contenuti di qualità. È la sua chat che apro quando non so di cosa parlare nel prossimo articolo / newsletter; il suo parere che chiedo quando penso a una nuova iniziativa per la mia attività di freelance.
Cosa ho capito durante la nostra collaborazione? Che non si è mai abbastanza bravi per rifiutare l’aiuto degli altri; che bisogna sapersi fidare dell’editor; che l’editor deve avere una visione diversa dalla tua, per mostrarti come sono le cose fuori dalla tua testa.
Dopo quasi cinque anni, ho potuto fare lo stesso con lei. L’ho pregata, stalkerata, implorata di aprire un blog per lavoro e alla fine s’è convinta a scrivere su Medium, come extrema ratio. Cristiana è una campionessa olimpica quando si tratta di procrastinare con le scuse più fantasiose, ma Alessandra è un’ariete e…
Il primissimo articolo è uscito mercoledì scorso: “Non sono Carrie Bradshaw. Il Sex and the city di una correttrice di bozze”. Ha già quarantadue cuoricini, è stato condiviso dallo staff di Medium e inserito nella loro rassegna settimanale. Abbastanza rassicurazioni per l’esordio, no? Ora cerchiamo di persuadere anche lei.