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Alessandra Zengo

Editor e digital strategist freelance

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Perché non scrivo schede di lettura per autori

4 Ottobre 2016 pubblicato da Alessandra Zengo 2 Comments

Nella pagina Editing ho specificato che non accetto richieste di lettura da autori. Quest’estate, però, ho fatto un’eccezione: un amico giornalista mi ha scritto perché aveva bisogno di un parere sincero (ma pagato) sul proprio manoscritto e ho accettato.

Quest’amico non sapeva a quale agenzia affidarsi, a chi chiedere per avere una valutazione che valesse i soldi spesi, così ha pensato di rivolgersi alla sottoscritta e togliersi il pensiero (o farsene venire altri). A lui, mia musa ispiratrice per il presente articolo, potete rivolgere ringraziamenti e lamentele.

Come ho cominciato

Ho scritto la mia prima scheda sei anni fa: un fantasy lunghissimo, genere sword & sorcery, autore sconosciuto in Italia. Non è stato scelto per la pubblicazione, anche se non era male, ma conservo ancora sotto al letto come portafortuna la bozza stampata che l’editore mi aveva fatto recapitare a casa allora, quando non avevo iPad o Kindle e preferivo leggere su carta e rendermi complice del silenzioso annientamento delle foreste.

Dopo quel lavoro ne sono arrivati molti altri, e dalla narrativa straniera sono passata a quella italiana, con alterne fortune, perché nell’ultimo triennio ho scritto al massimo due valutazioni positive, mentre per pochi eletti ho preferito la dicitura “forse” solo perché mi sentivo generosa.

La cosa sorprendente, però, non è l’esiguo numero di testi che ho ritenuto “accettabili”, ma che alcuni di quelli che non lo erano (non per collocazione editoriale o vendibilità, ma per la qualità generale della scrittura) fossero stati proposti da agenti, o sedicenti tali, dato che in un caso l’agenzia – dopo una rapidissima ricerca su Google – risultava essere di proprietà della scrittrice del libro che era stato proposto.

Alla luce della mia esperienza, come ho fatto nell’articolo Gli editori leggono i manoscritti inediti?, vorrei rassicurare gli autori che sì, per strano che possa sembrare, le case editrici hanno lettori esterni e consulenti che valutano le proposte che giungono alla redazione. Non verranno lette tutte – perché sembra un’impresa difficile pur possedendo la lettura rapida di Clark Kent – ma molte sì. Vengono selezionati solo i libri più belli? Non proprio, perché l’editore non guarda solo alla qualità del testo ma anche (o soprattutto) alla sua vendibilità e alle richieste del mercato.

Com’è strutturata una scheda di lettura

Una scheda standard è composta da: dati (autore, titolo, pagine, genere, possibile collana di destinazione, editore se è già stato pubblicato all’estero), riassunto sintetico dell’opera (massimo quattro o cinque righe), sinossi (trama estesa del libro, finale compreso), commento, ma varia a seconda della casa editrice e della collana (per esempio, quelle dell’ex Harlequin Mondadori erano più dettagliate e lunghe da scrivere). In tutto, meglio non superare le tre pagine di Word, altrimenti si rischia di tediare persino l’editor che la deve leggere.

Inoltre nella scheda di una casa editrice si trovano i selling points, una sezione che analizza i punti di forza del romanzo a livello commerciale: a che pubblico potrebbe interessare e quali tematiche “calde” affronta; a quali altri libri potrebbe essere accostato (vedi i trend Twilight, Cinquanta sfumature, Il trono di spade, Harry Potter e altri); se rientra nei generi richiesti al momento; se ha qualche caratteristica particolare che potrebbe essere sfruttata per la promozione, ecc.

Nella scheda per un aspirante scrittore, invece, i selling points sono integrati da un commento sulla collocazione editoriale, nel quale si danno indicazioni sulle case editrici che potrebbero accogliere il testo o agenzie per rappresentarlo. In più, non è necessario riscrivere la sinossi, avendo come interlocutore l’autore stesso, che si presume conosca la storia che ha scritto.

Un’altra differenza tra una scheda “editore” e una scheda “autore” è la struttura: nel secondo caso, avendo più libertà, consiglio di scegliere le voci che seguano i problemi che si sono riscontrati durante la lettura, così l’analisi diventa più chiara, specifica e utile per chi l’ha commissionata. Per esempio, nell’ultima scheda che ho redatto la scansione è stata: dati, forma / stile, struttura narrativa, protagonista / voce narrante (quasi quattro pagine), altri personaggi, formattazione / correzione, collocazione editoriale.

Il risultato? Per un manoscritto di ottantanove pagine ne ho scritte dieci di valutazione, perché con l’autore non ci si può permettere vaghezza o approssimazione, motivo per cui spesso aggiungo estratti per chiarire meglio gli errori o le mancanze da sistemare. In questo modo si facilita all’autore la revisione successiva (se avrà ancora voglia di farla).

Perché ho scelto gli editori

La verità vera sul perché non scrivo schede di lettura per autori è la seguente:
✓ non mi piacciono le schede, ho difficoltà a finire libri scritti male o noiosi, perciò scrivere ogni volta un’analisi di dieci pagine non mi esalta;
✓ gli scrittori, aspiranti compresi, sono persone molto sensibili e potrebbero risentirsi per una valutazione negativa, pur argomentata e suffragata da numerosi esempi. Invece di giustificarmi per un giudizio “cattivo” con degli sconosciuti preferisco passare il tempo a guardare serie tv coreane;
✓ leggere “professionalmente” richiede molto più tempo di una lettura normale, dettaglio che spesso gli scrittori dimenticano, soprattutto quando ti chiedono di “dare un’occhiata” gratis al loro manoscritto per avere consigli.

E poi c’è il problema del prezzo. Considerando il mio costo orario e quello degli altri servizi, una scheda verrebbe a costare 500 / 600 € (lordi), che è abbastanza in linea con le richieste delle grandi agenzie che le subappaltano a stagisti sottopagati o non pagati proprio, ma forse poco “allettante” se proposto da una freelance. Ecco perché, volendo conservare un po’ di sanità mentale, ho deciso di scriverle soltanto per le case editrici. Poche all’anno, giusto per tenermi allenata.

Cominciare come lettore esterno, però, è un ottimo modo per avere un primo “assaggio” di editoria, anche se di solito le schede sono pagate poco e non arrivano con regolarità. Per guadagnare di più dovresti conoscere altre lingue oltre all’inglese (quelle nordiche, per esempio, che dal successo di Stieg Larsson sono più richieste) oppure ricevere schede urgenti, con consegna a 24 / 48 h, durante le fiere di settore (Francoforte e Londra). Perfetto per chi legge e scrive velocemente, ma non per la sottoscritta.

Categorie: Editoria Tag: Editoria, Schede di lettura, Servizi editoriali

Alessandra Zengo

Parafrasando liberamente Paul Valéry, “spesso penso, a volte sono”: nello specifico editor, digital strategist e consulente. Dal 2009 vivo una relazione impegnativa col mondo editoriale, e ancora non ci siamo lasciati. Amo i libri, i cani, il sushi, le cose fatte bene, i quaderni, gli abbracci, i congiuntivi e altre sconcezze. Considero Pippi Calzelunghe la mia style-guru, ma sono più alta.

Reader Interactions

Comments

  1. Emilia Chiodini says

    29 Aprile 2020 at 16:17

    Da come scrivi, da quello che pensi, direi che il tuo piatto preferito sia la frittata con le ortiche. Non so cosa scrivi sulla porta di casa tua, andrebbe bene la scritta cave alessandra magna.
    Mi sarebbe tanto piaciuto sottoporre un mio romanzetto alla tua lettura, ma da come ti poni, di fronte a tanta conclamata tua bravura mi sono impaurita. Perciò, alla prossima, quando raggiungerò il tuo livello di bravura.

    Rispondi
    • Alessandra Zengo says

      10 Giugno 2020 at 16:10

      Non ho mai mangiato la frittata di ortiche, ma dopo questo commento credo che lo farò.
      Emilia, la ringrazio molto per il suggerimento e le auguro buona fortuna per i suoi progetti di scrittura.

      Rispondi

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