Il vero sogno (erotico) degli scrittori è pubblicare un libro che si promuove e vende da solo, che non ha bisogno di spintarelle e incentivi, scala le classifiche, ci resta per settimane, e tutto questo senza rilasciare interviste, fare presentazioni in libreria, frequentare party letterari o essere ospitati da Fabio Fazio. E senza l’ufficio stampa della casa editrice, che comunque è spesso drammaticamente assente.
Il motivo lo sappiamo: per la grande editoria ci sono troppi libri, un budget limitato, nessuna possibilità di poter promuovere ogni pubblicazione allo stesso modo. Tu sei Ron Weasley (che è meraviglioso), ma qualcun altro è Harry Potter che si becca la pubblicità e la notorietà della scuola. Nel caso della piccola editoria, invece, l’ufficio stampa potrebbe essere solo un miraggio, oppure è il titolare (o qualche dipendente che lavora per passione ma non ha le conoscenze e competenze giuste) che manda i comunicati a una mailing list composta da lettori, scrittori, blogger, giornalisti, vicini di casa potenzialmente interessati.
In questi tempi bui, quindi, lo scrittore deve sbrigarsela da solo e, dopo aver scritto con così tanta fatica un romanzo, si ritrova anche a doverlo pubblicizzare (se è un self-publisher, ovviamente, le incombenze aumentano). La promozione, però, non esiste come entità separata, astratta dal contesto nel quale ci muoviamo (web e social network): è legata al modo in cui comunichiamo online. Come interagiamo con le persone, come scriviamo gli stati su Facebook, come rispondiamo ai commenti o alle e-mail dei lettori, come presentiamo la nostra persona e il nostro libro.
Le basi delle digital PR
Se sei nuovo in città, non pensare alle librerie e alle presentazioni (tanto lavoro e poco rendimento), ma a farti conoscere online dove non hai limiti geografici e puoi arrivare al pubblico senza intermediazioni e senza dover convincere qualcuno a prenderti in conto vendita ed esporti. Organizza qualche presentazione soltanto se devi ancora trovare l’anima gemella e speri di riconoscerla tra i pochi uditori che sono venuti a sentirti.
I social, rispetto alle copie cartacee e alla benzina, sono gratis? No, perché richiedono un investimento considerevole di tempo, energie e idee. Anche qualche soldino di sponsorizzazione, però non è obbligatorio. E cosa bisogna fare, per “avere successo” online? Intanto, individuare le risorse a disposizione (tempo da dedicare ogni giorno + eventuale budget) e l’obiettivo della strategia (o più di uno), che però deve essere sensato: voler vendere di più quando non si è seguiti non ha senso, prima bisogna farsi conoscere.
Poi, pensare al target, alla progettazione dei contenuti (non puoi postare la stessa cosa ovunque), alla pianificazione, alla pubblicazione, al monitoraggio e all’ottimizzazione, ma soprattutto avere pazienza e costanza, perché i risultati non sono quasi mai immediati. È un lavoro lungo – che riguarda la costruzione e il consolidamento delle relazioni online – ma vitale per chi vuole pubblicare più libri e restare nel mondo editoriale a tempo indeterminato.
Insomma, non puoi esserci (e male) solo quando esce un romanzo, postare qualche stato promozionale e poi tornare nell’eremo per gli altri undici mesi. La tua presenza deve essere costante e consistente.
Comunicato stampa
Ho già parlato dell’anatomia del “perfetto” comunicato stampa nell’articolo dedicato all’autopubblicazione, ma facciamo un veloce ripasso.
Se la comunicazione non è il tuo settore o non sei affiancato da un professionista, limitati a stendere un comunicato base ma curato: un’introduzione dove saluti (non “ciao carissimi” o, peggio, solo “ciao”), offri una panoramica sulla pubblicazione (quando è prevista l’uscita, di che genere è, se fa parte di una serie, chi è l’autore, ecc.) e spieghi brevemente di cosa parla. Evita di essere autoreferenziale, non scrivere che il libro è un meraviglioso viaggio, unico nel suo genere e frasi pubblicitarie del genere perché non funzionerà.
Seguono i dati tecnici (titolo, autore, pagine, formato, editore, prezzo), la quarta di copertina, un estratto (non troppo lungo), la biografia, i link utili (store principali, profili social newtork, booktrailer). E mi raccomando, non incollare link lunghissimi: sono brutti da vedere e difficili da copia-incollare. Se non vuoi usare uno shortener (Google o Bitly), puoi semplicemente eliminare la parte superflua dell’URL che tiene traccia dei dati di navigazione, chiavi di ricerca usate, ecc.
Infine, formatta bene il file Word e sì, non pensare nemmeno di inviare un PDF, altrimenti i blogger ti malediranno in serpentese. Usa al massimo due font, centra il claim iniziale, metti i titoli di qualche punto più grandi, dividi in paragrafi i testi (introduzione e quarta) ma senza usare le rientranze, giustifica a sinistra, non superare le due pagine complessive (una e mezza è meglio).
Blog letterari
I blogger, prima di essere grandiosi strumenti promozionali gratuiti, sono delle persone, e come tali vanno trattate. Invece di scrivere a caso, prenditi del tempo per stilare una lista di blog e siti che ti interessano: controlla se fanno solo segnalazioni o rubriche particolari, se leggono self-publisher e autori emergenti, se le richieste di recensione sono aperte e quali generi letterari preferiscono.
Poi, contattali. Uno a uno, senza fare e-mail cumulative con il comunicato stampa copiato nel testo dell’e-mail (sorpresa: non sei un editore e nemmeno un ufficio stampa), usando il loro nome, facendo vedere che hai davvero letto il loro sito e seguito le regole.
Nell’e-mail non essere prolisso: saluto; una o due righe per dire chi sei e cosa hai scritto; un paragrafo (max 4 righe) per raccontare di cosa parla il libro; un paragrafo extra (più breve) se vuoi aggiungere qualche nota, informazione o altro (tipo perché lo stai proponendo a loro). Concludi dicendo che alleghi il comunicato stampa e la copertina, e che sei disponibile a inviare una copia del libro (solo se le richieste recensioni sono aperte, però).
Manda il comunicato stampa in formato doc (non docx perché non tutti potrebbero aprirlo) e la copertina in jpeg o jpg, non troppo pesante ma con abbastanza definizione da poter essere usata in un articolo. Da non fare assolutamente: allegare già il libro. Così sarai sicuro di essere cestinato a tempo di record.
Inoltre, sappi che non puoi fare questo lavoro una volta e poi smettere. Continua a cercare nuovi blog o booktuber o instagramers, a tenere aggiornata la lista e a contattarli nel corso dei mesi (non sempre gli stessi, vero? Gli stalker non piacciono a nessuno). Infine, ricordati di tenere una rassegna stampa con i link di tutte le segnalazioni / recensioni che sono uscite. Per esempio: 19/07/2016, Diario di Pensieri Persi (Recensione) + Link.
Easy.
Iniziative speciali
Con la collaborazione dei blogger, puoi organizzare iniziative speciali per i lettori come blog tour, release party, guest post o giveaway. Tutto molto bello, ma forse (e parlo dei blog tour) hanno un po’ stancato. E non perché la formula non funzioni, ma perché tendono a essere sempre uguali, con nessun nuovo elemento che li contraddistingua.
I lettori non hanno voglia di seguire e leggere per cinque o sei settimane un’iniziativa poco originale solo per vincere, forse, una copia cartacea, soprattutto se vengono richiesti salti mortali. Commenta, iscriviti al blog come lettore fisso, compila il form, metti mi piace alla pagina Facebook dell’autore, quella dell’editore, seguimi su tutti i social network e, infine, condividi con noi una fettina di culo tagliata fresca. Anche no.
Se decidi di farne uno, comunque, qualche consiglio: scegli con cura i blog da coinvolgere e aggiungi alla lista qualche riserva, perché non è detto che tutti rispondano, o rispondano in tempi utili, o rispondano di sì. Non contattare solo i più seguiti, che hanno milioni di like su Facebook o Instagram. Quelli serviranno sicuramente per farti conoscere e arrivare a molti lettori, ma spesso i blog minori hanno attorno a loro una community più forte e consolidata (formata anche da altri blogger), quindi non scartarli a priori.
Quando organizzi un giveaway, invece, cerca di non mettere troppe e astruse richieste. Puoi organizzarlo nel tuo profilo, in collaborazione con qualche blogger (nel gruppo o nel sito), oppure con un evento Facebook, come ha fatto Lucrezia Scali per l’uscita del suo romanzo Te lo dico sottovoce. L’iniziativa è stata un successo, nel suo piccolo, e questo per due motivi: poche e semplici regole e una proposta (postare le foto dei propri animali domestici) che ha coinvolto e spinto le persone a interagire con gli altri partecipanti. Come resistere ai gattini, dico io? Insomma, le persone volevano vincere il libro, erano interessate, ma si sono anche divertite. E lasciare ai lettori una buona impressione è fondamentale.
Social network
E poi arrivano loro, i social network. Sfatiamo subito un mito: non devi essere ovunque, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, LinkedIn, Google+ e Snapchat. In base al tempo che hai e le tue attitudini, scegline un paio, fino a un massimo di tre (per cominciare), da usare quotidianamente. Se non hai lettori, non hai un blog, sei seguito solo da tua madre e tua sorella, che comunque non ti leggono, ti consiglio di iniziare con Facebook.
Facebook, a differenza di altre piattaforme, è il posto giusto per creare una prima fanbase e conoscere persone che potrebbero essere interessate al tuo libro. E non ti sto suggerendo di mandare richieste di amicizie a caso (anche perché è contro la policy), ma di partecipare ai gruppi chiusi o scrivere nelle pagine. Ne esistono di tutti i tipi, su qualsiasi genere letterario e molto spesso hanno giornate dedicate agli autori, allo spam, alle discussioni sull’editoria. Questo è il miglior modo per parlare con i lettori, ma anche con altri autori e operatori del settore, che ti potranno essere d’aiuto con consigli o la loro esperienza.
Spesso, infatti, la promozione più efficace è quella indiretta: le persone ti leggono mentre disquisisci di scrittura o editoria o altro, sono d’accordo con quello che hai detto, ti trovano interessante, e cominciano a seguirti e magari si incuriosiscono e leggono l’anteprima del libro su Amazon. E sfatiamo anche un secondo mito: i numeri, da soli, senza un contesto e qualcuno che li interpreta non significano nulla. Non guardare al numero di fan, ma al modo in cui le persone ti seguono.
Se usi i social network a scopo promozionale, devi creare una strategia, un piano editoriale e un calendario, così hai tempo per pensare e pianificare le azioni (oggi cosa devo postare su Facebook? In quali gruppi c’è la giornata spam? Quali foto pubblicare su Instagram e di cosa parlare?) senza sentirti sopraffatto dagli impegni e soprattutto per ottenere risultati sensati. Perché no, lo screen della classifica di Amazon non va riproposto ogni 24h come una sveglia, così come gli stati puramente promozionali con relativo link per l’acquisto. Non ci si promuove così, e se già lo fai non lamentarti degli scarsi risultati.
Infine, sei sei un self-publisher, hai un grande vantaggio rispetto agli scrittori che pubblicano con un editore tradizionale. Hai la possibilità di leggere i report di vendita e confrontarli con il tuo piano editoriale e la rassegna stampa, per vedere, per esempio, se la segnalazione di quel blog ha funzionato di più rispetto ad altre, se le interazioni nel gruppo di Pinco Pallo hanno generato interesse ecc. In più, se hai scelto Kindle Direct Publishing come piattaforma di pubblicazione, hai la possibilità di monitorare le vendite in tempo reale.
Lettori
A chi stai parlando, qual è il tuo pubblico, sono le domande che ti devi fare già prima di scrivere il comunicato stampa, quando stai pensando a come comunicare il tuo libro online. Se sbagli la presentazione, sarà molto difficile riuscire intercettare lettori interessati, che ti diano feedback diversi da “non mi aspettavo questo”, “sono rimasto deluso”, “non è il mio genere”. La promozione già richiede molto tempo, perché sprecarlo parlando con gente che non è interessata a te, a quello che fai e soprattutto a quello che scrivi?
Poi, chiediti come potresti rendere interessanti le tue attività e il tuo romanzo. La sfida, oggi, è proprio questa: trasformare una narrazione scritta, chiusa, potenzialmente finita, in una narrazione transmediale / social che possa essere fruita online, che coinvolga altri soggetti e li incoraggi a commentare, partecipare, entrare a far parte del gioco. È questo tipo di partecipazione che, spesso, innesca il passaparola tra i lettori.
Il libro non basta più: se è piaciuto molto, chi lo ha apprezzato vuole sentire ancora parlare della storia, dei personaggi, vuole conoscere retroscena e curiosità sull’universo narrativo, e l’autore deve essere in grado di fornirli, nel modo e nel momento giusto. Inoltre, c’è sempre la storia del libro da raccontare: come è nato, come è andata la stesura, il percorso per la pubblicazione, lo sviluppo dei personaggi, ecc.
Insomma, il focus di ogni strategia di digital PR non deve essere la vendita, ma il pubblico: il tipo di rapporto che riesci a instaurare con i lettori, che poi sono o diventeranno acquirenti.
Stile
E dulcis in fundo, l’elemento che ti distingue dagli altri scrittori (o accomuna): lo stile. Come scrivi, come parli di te stesso e del libro, come rispondi ai commenti (pubblico e privato), le immagini che scegli, i tipi di contenuti (pubblichi molti meme, stati divertenti, GIF?) che decidi di pubblicare. Tutto quello che fai e il modo in cui lo fai contribuiscono a creare la tua immagine online.
E se da una parte cerchi di essere interessante e coinvolgente, dall’altra non puoi fare finta di essere diverso. Se sei un depresso cronico, forse usare Facebook come diario personale non è la scelta giusta, almeno non per le pubbliche relazioni come autore.
Anche la comunicazione riguardante il libro deve essere il meno promozionale e spammosa possibile: parla del testo senza sensazionalismi, caps lock non richiesti e frasi a effetto, che tendono a stancare presto; non condividere soltanto link e notizie riguardanti la tua pubblicazione, ma alternali ad altri argomenti. Infine, sii generoso, ché i lettori lo apprezzano sempre.
Ohhh, vogliamo dirlo a tutti coloro che entrano nei gruppi e neanche ti dicono ciao ma partono a raffica con un orrendo copia/incolla delle loro “prodezze” letterarie?
Io mi pubblicizzo poco e niente e quando scopro che qualcuno mi ha letta mi stupisco sempre, perché non so mai com’è che mi abbiano potuta scoprire. Per me la prima cosa è chiacchierare con le persone, conoscerle, confrontarmi. Se c’è tempo, parlo PERSINO di ciò che ho scritto, ma non mi piace arrivare nei contesti social come se fossi la Rowling de noantri.
Bene, adesso torno nella mia grotta, adieu 😀
Ciao Esther!
sì, purtroppo molti autori non capiscono che lo spam fine a se stesso serve davvero a poco. E che infastidisce e basta, soprattutto quando è impersonale e con la solita frasetta preimpostata.
Comunque hai ragione, non serve arrivare come la Rowling, ma come Galbraith magari, con garbo e pazienza… 😉
Dio Mio!!! E’ un lavorone… io sono ancora impelagato con una certa famigerata editor e leggere tutto ciò mi fa sentire a dir poco disorientato!!! Ma è davvero una proiezione verso l’immenso che vale la pena di afforntare con cli strumenti giusti e, soprattutto, con le perone competenti… 😉
Eh, sì, il lavoro di pubbliche relazioni e promozione è tantissimo e non così facile, soprattutto se uno non è portato o ha poco tempo. 😉
Roma non si è costruita in un giorno… e tu sei la prima a dire che le cose buone sono come le ciliegie… vengon su piano piano…
Consigli utili e puntuali.
Purtroppo promuovere un libro non è affatto semplice. E lo dico perché mi spiace vedere tanti amici scrittori indie annaspare dopo la pubblicazione. E purtroppo non c’è il tempo di aiutarli tutti.
Io credo che il focus principale sia la costanza. Non arrendersi ai primi naturali fallimenti. E oltre alla costanza la tecnica, comprendere quali sono gli strumenti e come utilizzarli al meglio. Così come nella scrittura, anche nella promozione occorre acquisire una voce, uno stile che avvicini e coinvolga i lettori. Ma soprattutto, se si è scrittori indie, occorre pensare non al singolo libro, ma al percorso da intraprendere negli anni.
Grazie per questo splendido articolo, lo consiglierò in giro come ottimo punto di riferimento.
Sì, non è assolutamente semplice e concordo che la parte difficile sia proprio la costanza. In più, come dici, tutte queste cose hanno senso se un autore prevede di pubblicare diversi libri, altrimenti è solo uno spreco di tempo e risorse che sarebbe meglio destinare al singolo libro 🙂
Grazie a te, Marco, per la lettura e l’apprezzamento!
Ciao a tutti, vi ho letto da cima a fondo, e mi sono ritrovata in ogni commento: anch’io avevo qualcosa da dire, l’ho scritto e, poichè ho scritto forse un po’ troppo (500 pagine) nessun editore mi ha dato corda, finchè non sono approdata a StreetLib, che mi sento di ringraziare in ginocchio, perchè ha dato vita al mio sogno: pubblicare il mio libro, e che lo ha messo direttamente in vendita sugli stores virtuali. Il che, ovviamente, mi sembrava il traguardo, invece, era solo la partenza, e la partenza di una scalata durissima …
Io con internet e i social sono imbranata all’ennesima potenza, in più, quando ho tentato un approccio con una pagina del libro su FaceBook, mi sono capitati addosso un po’ di uenti i quali, come unico scopo, vevano “rimorchiare” e dopo un paio di settimane non sapevo più come salvarmi.
Così ho abbandonato, e ho provato con qualche blogger, che però si è arreso subito, davanti alla lunghezza del testo, finchè non sono incappata in un blogger paziente, che si è preso 15 giorni per leggere tutto e che ha perfino fatto leggere ai suoi collaboratori, ai quali, Graziaddio, il libro è piaciuto molto, e mi hanno incoraggiato e scritto delle buone recensioni.
Incoraggiata, ho scritto alle redazioni dei giornali, che mi hanno ignorata alla grande, a parte un paio, di etrema destra (il contenuto del libro è in realtà un romanzo revisionista, sulle storie d’amore di combattenti tedeschi durante la II guerra mondiale) che hanno segnalato il libro nelle pagine dei loro giornali.
Visto che il “taglio politico” sembrava il più promettente, ho battuto la strada delle associazioni di partito, e anche qui mi è andata meglio che su Face Book e sui blog.
Non ancora contenta, mi sono fatta da me un booktrailer, molto modesto, ma che ho messo su You Tube, dove aprirsi un canale e caricare un video è gratuito.
Ho anche tentato la strada dei concorsi letterari ma, a parte l’associazione Alberoandronico, tutte le altre grosse associazioni che offrono concorsi letterari, oltre che a una tassa di iscrizione vergognosamente elevata, richiedono condizioni assurde, come ad esempio, se entri in finale (NON SE VINCI, solo se sei in finale!), 500 copie cartacee del libro FASCETTATE a tue spese o altre simili assurdità, per un autopublisher dalle tasche vuote come le mie.
Insomma, in questi due ultimi mesi, dall’uscita del libro, mi sono data da fare più che ho potuto e come ho potuto, e qualche risultato comincio a vederlo, a livello di vendite, MA E’ UN PERCORSO LUNGO E DIFFICILE, e vorrei dire a tutti coloro che lo intraprendono, di munirsi di coraggio e pazienza. TANTA! Ma soprattutto di non arrendersi.